Cam4.com è uno dei siti a luci rosse più frequentato al mondo, sembra che solo gli utenti italiani siano poco meno di 5 milioni.
Ebbene, questi signori vivono momenti di paura, da quando è emerso – come riporta quotidiano.net, che un errore nella programmazione del database ha reso accessibili quasi 11 miliardi di file contenenti nomi, password, dati di carte di credito, pagamenti, e-mail e chat, per chissà quanto tempo.
L’errore è assolutamente grossolano, visto che il server principale su cui è ospitata la piattaforma non era protetto da password.
La falla è stata scoperta da ricercatori di Safety Detectives (team di hacker buoni) ed è stato comunicato ai titolari del sito i quali, dopo aver spento i server, vi hanno posto rimedio, ma resta il fatto che dati assolutamente “particolari”, e decisamente appetibili siano rimasti alla mercè di chi ne abbia voluto approfittare per un tempo decisamente lungo, sia per carpire i dati delle carte di credito che le identità, oltre ai gusti e preferenze in materia di sesso.
Non è escluso che gli utenti identificati siano stati destinatari di richieste estorsive, sotto minaccia di divulgazione di certi dati.
Si consideri che Cam4.com consente di registrarsi per interagire con altre persone e con i performers, web cam girls o boys ai quali, pur essendo in video, potrebbe ugualmente non piacere essere “scoperti”…
Le piattaforme vengono messe a disposizione ed utilizzate in modo sempre più massiccio e disinvolto, mentre le misure tecniche ed organizzative per la sicurezza rispetto agli accessi non autorizzati, alla conservazione ed alla cancellazione sono spesso tralasciate e dai più non verificate prima dell’accesso.
Gli utenti in realtà hanno ben poche armi a disposizione perché possono semmai evitare siti che chiedono troppi dati o con annunci molto invadenti, che aprono pop-up in continuazione e che richiedono di installare un plugin per visualizzare contenuti e video, verificare che il sito abbia connessione crittografata, ma certo non possono verificare che i server siano dotati di adeguate misure di protezione.
E’ però molto importante che anche a livello informativo siano sensibilizzati rispetto ai pericoli di questo tipo di accesso e navigazione, soprattutto se, come in questo caso, i dati in questione non sono foto, post o contatti su Facebook o Google, ma dati attinenti alla sfera sessuale.
Insomma: sesso virtuale, se volete, ma che sia cyber sicuro.