Si sa che i virus durano 18/24 mesi, per cui dovremo fronteggiare il problema ancora per un po’ di tempo, poi diventerà solo uno sgradevole ricordo. 

Nel contempo, però, dovremo lavorare per sopravvivere e studiare gli investimenti necessari per la ripresa economica.

La formazione sarà necessaria per istruire i piccoli e medi imprenditori, cioé quelli meno sensibili alle tecnologie, alla innovazione e alla digitalizzare le loro imprese.

Le aziende tecnologicamente più evolute sono le aziende che hanno sofferto meno la pandemia e l’uso delle piattaforme tipo “Meet”, “Zoom” o “Teams” hanno consentito di proseguire le attività di gestione e di formazione, ma le altre aziende hanno subito, invece, un ulteriore “gap” che dovrà essere recuperato.

In4mati s.r.l., ad esempio, è una società che ha il proprio focus nelle piccole e medie imprese ed è entrata sul mercato per offrire pacchetti di soluzioni per la formazione a distanza, in particolare in materia di GDPR-privacy, sicurezza informatica, covid-manager, contratti di rete, passaggio generazionale, contributi e finanziamenti europei.

Insomma tutto ciò che serve per trasformare i manager delle aziende in sviluppatori di impresa.

Le aziende italiane hanno bisogno di competere con le aziende più avanzate del Nord Europa e per questo hanno bisogno di personale tecnologicamente formato per avviare quel processo di innovazione, crescita e sviluppo che consentirà di vincere la sfida del mercato globale del dopo pandemia.

Questa è la direttiva sulla quale le aziende italiane dovranno muoversi in futuro anche se allo Stato manca la visione strategica necessaria per la trasformazione digitale che attui processi di cambiamento strutturale idonei a generare innovazione.

L’innovazione non è un un prodotto del genio individuale, ma un fatto sociale, culturale, politico ed economico.

Per questo ci sono territori che innovano ed altri no.

Ad esempio fino agli anni ’60 l’Italia è stata capace di grandi innovazioni, sono stati creati: il turismo romagnolo (con le sue declinazioni: “pensione completa”, “divertimentificio”, parchi”, ecc.), i distretti calzaturieri della Romagna e delle Marche, quello della meccanica in Emilia o dell’automotive in Piemonte e Lombardia e tanto altro.

I distretti, sono “specializzazione” e significano ricerca; per questo hanno trainato l’economia per anni e sono durati fino a quando mettevano in campo idee nuove, stravaganti e folli, poi hanno smesso di innovare e ora, lentamente, stanno scomparendo.

Hanno terminato la fase propulsiva ed innovativa; però, mentre da noi i distretti erano avviati alla morte, dall’altra parte dell’oceano, negli USA, ispiravano lo sviluppo della Silicon Valley che diventava esempio dell’innovazione mondiale.

Capire le ragioni del depotenziamento dei distretti industriali significa fissare il “paletto” per la ripartenza.

Noi riteniamo che la ragione stia nella velocità della diffusione tecnologica e nella lentezza della istruzione-formazione che noi soffriamo.

Riteniamo, quindi, che se la piccola e media impresa saprà ricorrere alla formazione per fare leva sul cloud e sugli strumenti di collaborazione digitale il business continuerà e sarà assicurato.