“Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, lavorare insieme un successo”
[Henry Ford]
Il contratto di rete è essenzialmente un ambito negoziale di collaborazione flessibile ed è dunque lo strumento ideale per la creazione di interazioni tra i vari attori del settore turistico e non, se è vero come è vero che oggi l’offerta turistica efficace è costituita dalla proposta di servizi integrati che comportano la connessione con imprese di altri settori, quali cultura, trasporti, artigianato, industria, edilizia.
Cosa unisce tutti questi soggetti? Il territorio e dei valori condivisi.
Il territorio compone la destinazione turistica ma non la esaurisce.
Infatti la destinazione turistica è l’insieme degli elementi basici che attraggono i turisti:
– attrazioni, naturali, culturali ricreative
– infrastrutture materiali e immateriali
– immagine, che rende attraente la destinazione
– prezzo
– risorse umane
La destinazione turistica sarà tanto più “forte” ed avrà tanta più risposta positiva quanto più le imprese del territorio e dunque sostanzialmente le piccole imprese locali, avranno saputo sviluppare servizi dal turismo in senso stretto, all’accoglienza, cultura, natura, produzioni agroalimentari, edilizia, tali da offrire al visitatore un ambiente accogliente, di qualità e un’esperienza di soggiorno positiva, comunicando i valori condivisi dell’area.
Quanto ai valori condivisi, essi sono da individuare nella medesima area territoriale di attività e dunque nell’interesse comune al suo sviluppo e alla sua valorizzazione, oltre che nella reciproca fiducia tra le imprese locali, che godono anche di rapporti personali.
La collaborazione che si esplica nel contratto di rete dà luogo ad un modello di governance della destinazione turistica.
Il concetto di touristic destination è molto ampio e si ricollega a quello di sistema locale di offerta turistica (SLOT) inteso come sistema locale di offerta turistica e comprende attori anche in competizione ma con interessi comuni, il cui obiettivo è organizzare e gestire in modo sistematico e a livello territoriale le attività turistiche.
L’integrazione è dunque essenziale sia per organizzare e gestire la destinazione, sia per definire le strategie di branding.
Il brand, infatti, accresce il valore della destinazione turistica sotto l’aspetto delle relazioni e della fiducia.
Mentre la cooperazione in ambito consortile è sostanzialmente strumentale alla riduzione del costo dei servizi forniti alle imprese (promozione, gestione centralizzata delle prenotazioni e degli acquisti, consulenza, formazione etc.), la cooperazione nel contratto di rete è elevata a prestazione contrattuale allo scopo di realizzare il programma di rete condiviso da ciascuna impresa.
In tale contesto lo strumento della destination management organization può essere impiegato dalle reti turistiche per superare le difficoltà dovute all’eterogeneità degli agenti, poiché consente di unire categorie diverse di imprese (anche non dedicate esclusivamente alle attività turistiche e appartenenti a diversi settori, con orizzonti temporali diversi e interessi particolari) in una visione strategico territoriale di lungo periodo.
Quali sono i fattori che rendono competitiva una destinazione? Le risorse (ovvero i prodotti e servizi) di cui si dispone e la loro implementazione, intesa come capacità di trasformare quelle risorse eterogenee in un prodotto omogeneo da vendere.
Anche sotto questo profilo emerge il vantaggio del ricorso al contratto di rete, in quanto esso facilita l’accesso ai beni collettivi locali, ma non solo, potendo anche acquisire ulteriori stakeholders come imprese di trasporto e di servizi di accoglienza.
I programmi di rete del settore sono i seguenti:
1) marketing, innovazione e internazionalizzazione
2) integrazione tra gli attori del territorio e sulla valorizzazione del medesimo
Come si possono raggiungere gli obiettivi del programma sub 1) ?
Con la predisposizione di piattaforme turistiche, introduzione di carte di fidelizzazione prepagate; la realizzazione di applicazioni per smartphone in cui la rete pubblica informazioni su commercio, ristorazione, servizi alla persona, cultura, tempo libero, escursioni, partecipazione ad eventi fieristici, partecipazione a progetti di formazione, innovazione tecnologica, progettazione di un marchio comune, progettazione ed erogazione di servizi innovativi attraverso la collaborazione con aziende di settori complementari o affini (cultura, agricoltura, pesca, eno-gastronomia, ecc.).
I contratti di rete del secondo gruppo riguardano più strettamente la valorizzazione del territorio e raggruppano servizi complementari (agriturismo / turismo rurale, trasporti) all’offerta turistica, con finalità di destagionalizzazione dell’offerta, di sostenibilità ambientale e sociale, si fa marketing e si valorizza l’identità locale come fattore premiante.
Pur nella diversità di programmi, i contratti di rete hanno in comune quelli che sono gli elementi necessari al loro successo, ovvero il marketing, con la creazione di una piattaforma che diventa lo strumento per proporre il luogo o network in modo da favorire la conoscenza del territorio, ovvero campagne mirate a particolari tipologie di clientela; infine, la possibilità di prenotare più servizi.
L’utilizzo di piattaforme di questo genere consente agli operatori di acquisire importantissimi dati sul comportamento del turista, utilissimi per progettare nuovi servizi/ offerte.
In conclusione, nonostante le possibili criticità dovute alla gestione anche in termini di costo, alla allocazione dei poteri gestionali ed ai conflitti di interesse, le reti di imprese turistiche si sono rivelate quali strumenti molto efficaci per “svecchiare” l’offerta turistica, in particolare italiana, e per la costruzione di nuovi modelli all’insegna della competitività, dell’aggregazione tra imprese e della valorizzazione delle destinazioni.